COS’È E COME FUNZIONA UNA DISCARICA

da: educambiente.it

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La discarica di rifiuti è un luogo dove vengono depositati in modo non differenziato i rifiuti solidi urbani e tutti i rifiuti provenienti dalle attività umane.
La normativa italiana prevede tre diverse tipologie di discarica:

·        Discarica per rifiuti inerti

·         Discarica per rifiuti non pericolosi (tra i quail i Rifiuti Solidi Urbani)

·         Discarica per rifiuti pericolosi (tra cui ceneri e scarti degli inceneritori)

L’UE dà questa indicazione: “L’uso delle discariche per il rifiuto indifferenziato deve essere assolutamente evitato.”

L’Unione Europea ha tra l’altro stabilito, con la direttiva 99/31/CE, che in discarica debbano finire solo materiali a basso contenuto di carbonio organico e materiali non riciclabili: in sostanza, dando priorità al recupero, la direttiva prevede il compostaggio ed il riciclo quali strategie primarie per lo smaltimento dei rifiuti.

Tempi di una discarica

Infatti, i residui di molti rifiuti, soprattutto di RSU organici, restano attivi per oltre 30 anni e, attraverso i naturali processi di decomposizione anaerobica, producono numerosi liquami (percolato) altamente contaminanti per il terreno e le falde acquifere.

Poichè i tempi di degradabilità di molti materiali indifferenziati solitamente conferiti in discarica (per esempio plastica e rifiuti pericolosi) sono lunghissimi, tracce di queste sostanze potranno essere presenti fino a 1000 anni  dopo la chiusura della discarica stessa: ecco perchè è importante differenziarli.

Purtroppo, in Italia il principale metodo di eliminazione dei rifiuti resta attualmente la discarica. Dati del 2006 attestano oltre il 50% la percentuale dei rifiuti “smaltiti” in discarica.

Le emissioni inquinanti

Dal punto di vista dell’emissione in atmosfera di gas responsabili dei cambiamenti climatici, le discariche risultano nocive se il rifiuto non viene preventivamente differenziato (come purtroppo spesso capita).

E’ scientificamente provato che i rifiuti in discarica causano emissioni ad alto contenuto di CH4 e CO2, due gas serra molto attivi; una moderna discarica deve quindi assicurare la presenza di sistemi di captazione di tali gas (in particolare il metano, che può essere usato anzichè disperso in atmosfera).

Le emissioni di gas possono essere ridotte o eliminate mediante tecniche costruttive specifiche e con il pretrattamento dei rifiuti: in particolare la raccolta differenziata della frazione umida e di tutto quanto è riciclabile.

Struttura e gestione

Una discarica moderna deve essere realizzata secondo una struttura a barriera geologica in modo da isolare i rifiuti dal suolo e in grado di riutilizzare i biogas prodotti come combustibile per generare energia.

Se la discarica è progettata e costruita correttamente, i rifiuti devono comunque rimanere sotto osservazione per almeno 30 anni dopo la sua chiusura. Nel frattempo l’area è utilizzabile per altri scopi (in genere il terreno superficiale viene utilizzato per la piantumazione).

Se la progettazione di una discarica è importante, non meno lo è la sua gestione. Infatti ogni discarica viene progettata per accogliere determinati rifiuti (inerti, non pericolosi e pericolosi) e quindi dovrà accogliere solo quel tipo di rifiuti. Inoltre, ogni discarica viene progettata per accogliere un determinato volume di rifiuti e quindi ha una vita limitata che non può essere protratta all’infinito.

Una discarica ben gestita non produce molto inquinamento, anche se vi sono comunque inconvenienti come la deturpazione del paesaggio (almeno finchè non viene chiusa e coperta con alberi) e la necessità di sorvegliare l’area per un certo periodo dopo la cessazione dell’attività.

Purtroppo, specialmente in Italia, esistono numerose discariche abusive (inquinanti e pericolose), non controllate, spesso connesse con attività criminali che gestiscono il lucroso traffico illegale dei rifiuti.

Una moderna discarica
1.   Gestione e controllo del biogas

Il biogas è il prodotto finale della degradazione microbica della materia organica in assenza d’aria (anaerobica) che si verifica all’interno di una discarica. Il processo di degradazione si svolge in diverse fasi, durante le quail la sostanza organica viene prima ridotta in componenti minori e successivamente trasformata in biogas, un gas composto prevalentemente di metano ed anidride carbonica. Il biogas è una fonte di energia pulita e rinnovabile.
Una tonnellata di rifiuti può arrivare a produrre, durante tutto il processo di decomposizione, fino a 250 metri cubi di biogas.
Una corretta gestione prevede analisi settimanali sulla qualità del biogas, ed analisi semestrali sulle emissioni dei motori collegati ai gruppi elettrogeni.

2.   Come si estrae il biogas

L’estrazione del biogas (captazione) avviene mediante pozzi verticali, posizionati nel corpo della discarica e collegati mediante una rete di tubi ad un sistema di aspirazione.
Mediante gli aspiratori collocati sulla piattaforma di aspirazione, il biogas viene captato dai pozzi verticali ed inviato ad una centrale di cogenerazione, quindi diretto a motori in grado di azionare gruppi elettrogeni.

3.   Estrazione, gestione e controllo del percolato

Il percolato, liquido che si genera in seguito a processi di lascivazione e fermentazione all’interno di una discarica, viene estratto da pozzi di captazione attraverso pompe ad immersione poste all’interno dei pozzi stessi. Una corretta gestione prevede il controllo mensile del percolato estratto.
Una volta estratto, il percolato viene raccolto in cisterne di stoccaggio e successivamente inviato presso impianti autorizzati al suo smaltimento.

4.   Monitoraggio acque di falda

In una moderna discarica, a protezione delle falde acquifere è previsto un sistema di monitoraggio costituito da pozzi piezometrici posti lungo il perimetro della discarica.

5.    Biofiltro

Il biofiltro è una sorta di filtro di grandi dimensioni, riempito di compost e corteccia vegetale, utilizzato per il trattamento delle emissioni gassose provenienti dagli impianti di selezione e, soprattutto, dagli impianti di biossidazione (impianti di trattamento del rifiuto organico).

I RIFIUTI TOSSICI E NOCIVI

Vengono classificati rifiuti tossici e nocivi tutti i rifiuti industriali e urbani che contengono sostanze tossiche come ad esempio l’arsenico, il mercurio cromo e il piombo. Tali sostanze, in quantità o concentrazioni molto elevate possono dare problemi all’uomo. I rifiuti tossici sono gassosi, solidi o liquidi.                                                                                                                                                          Un’altra causa dell’inquinamento è costituita dalle sostanze radioattive, che nuocciono gravemente alla salute degli organismi viventi, soprattutto se questi vengono sottoposti alle radiazioni per lungo tempo.                                                                                                                                                   I rifiuti radioattivi provengono da particolari lavorazioni (ad esempio dell’uranio) che avvengono nei laboratori di ricerca, in alcune industrie e in alcuni ospedali.

RICICLAGGIO

I rifiuti venivano riciclati fin dall’antichità. Nel medioevo i metalli venivano fusi e rifatti in altri oggetti di più o meno la stessa importanza.                                                                                                         Oggi vengono separati meccanicamente da quelli leggeri. Ci sono vari sistemi tra cui la frantumazione, la selezione magnetica e la selezione gravitativa. Un altro sistema è quello di ridurre i rifiuti in fanghiglia in una macchina detta strappolatore a umido.                                               I rifiuti vengono mischiati con acqua e sminuzzati fino a ricavare una poltiglia di piccoli pezzi. Poi con uno dispositivo magnetico vengono estratti i pezzi di ferro più voluminosi.                                 La poltiglia ripulita poi viene immessa in una centrifuga che divide i rifiuti pesanti (vetro, metallo, ceramiche) e poi vengono inviati ad un impianto per il recupero del vetro e dei metalli.

INCENERIMENTO

Negli inceneritori convenzionali i rifiuti vengono bruciati su griglie mobili producendo anidride carbonica, ossidi di zolfo, ossidi di azoto, gas inquinanti e scorie non gassose tipo ceneri, polveri e residui solidi incombustibili.

LE CAUSE DELL’INQUINAMENTO DEL SUOLO

Le cause dell’inquinamento del suolo sono: i rifiuti solidi, liquidi, gassosi. I rifiuti solidi sono la carta, il vetro, la plastica, pile scariche, medicinali scaduti e rifiuti organici.                                Alcuni sono rifiuti biodegradabili (rifiuti organici) , altri invece no ( carta, vetro, e altri) .                Questi ultimi, per essere smaltiti, vengono buttati nelle discariche. In certi paesi, come il nostro, esiste un altro tipo di smaltimento: la raccolta differenziata.                                                              Altri tipi di rifiuti prodotti dall’uomo sono i rifiuti liquidi che comprendono insetticidi, fertilizzanti, concimi chimici, mercurio, medicinali liquidi scaduti, liquidi di pile usate.                                   Questi rifiuti si sono rivelati molto dannosi per l’ambiente poiché inquinano l’acqua delle falde.       Ci sono anche i rifiuti gassosi come il CFC che viene espulso dalle bombolette al momento dell’uso.

CONSEGUENZE

Le conseguenze sono,come abbiamo detto prima i rifiuti, dopo essersi depositati sul terreno, creano gravi danni all’ambiente e di conseguenza all’uomo.  I rifiuti più dannosi sono soprattutto i CFC, i medicinali scaduti, il liquido delle pile e tantissimi altri prodotti.         Altre conseguenze dell’inquinamento, anche se meno dannose, sono dovute ai rifiuti solidi(carta, vetro, plastica ecc.) che, non essendo biodegradabili, rimangono a lungo sul suolo fino a quando qualcuno li raccoglie.

rifiuti radiattivi.pdf        rifiuti tossici.pdf      

DECRETO-LEGGE 23 maggio 2008 , n. 90.pdf

Ord.n.179.pdf                Ord.n.180.pdf       

Questi documenti scaricabili possono completare almeno in parte quello che concerne l’argomento rifiuti, dopo di che ognuno può trarre le proprie conclusioni.

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Sistema per Discarica Municipale di Rifiuti Solidi Urbani. Sistema minimo di rivestimento – Progettazione convenzionale 

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 Sistema per Discarica Municipale di Rifiuti Solidi Urbani. Sistema minimo di rivestimento – Progettazione con geosintetici

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 Discarica di rifiuti tossico-nocivi. Sistema minimo di rivestimento – Progettazione convenzionale

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 Discarica di rifiuti tossico-nocivi. Sistema minimo di rivestimento – Progettazione con geosintetici

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 Sistema tipico per copertura di discarica. Progettazione convenzionale

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 Sistema tipico per copertura di discarica. Progettazione con geosintetici.

E’ ovvio però, che fino a quando la Napolitania non si scrollerà di dosso le mani malandrine del mariuolo nord ed anche dei farabutti camorristi che ci fanno affari sulla pelle dei propri conterranei, avrà sempre di questi problemi, per cui sì all’indipendenza della NAPOLITANIA incominciando dalla lotta alla camorra e dando appoggio a coloro che stanno combattendo per la propria terra, siano essi a Chiaiano, Pianura ecc.e voglio ricordare che a Scansano Ionico dove volevano fare un sito per le scorie radioattive c’è ancora un presidio permanente dal 2003. Che questa prima battaglia vinta possa essere da sprono agli altri napolitani.

Antonio Iannaccone 

COS’È E COME FUNZIONA UNA DISCARICAultima modifica: 2008-06-08T21:30:00+02:00da tonyan1
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