Manfredonia: la capitale mancata

di Giovanni Armillotta

Ultimo castello della geopolitica di Federico II quale antemurale che equilibrasse il disfacimento di Bisanzio e il successivo avanzamento ottomano. I tentativi verso Oriente di Manfredi. La testimonianza di Fra Salimbene da Parma. V’iniziò per l’Italia la prima guerrra mondiale.

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Conoscere Manfredonia forse è meno agevole di quanto si possa pensare. La storia dell’insediamento risalente al XIII secolo, fa parte di un disegno geopolitico di cui l’imperatore Federico II di Svevia (1197-1250) fu l’instancabile ideatore, nonostante la morte lo cogliesse prematuramente a Castel Fiorentino, nei pressi di Lucera a nord-ovest di Foggia, ove presto passerà il Giro d’Italia. Il figlio Manfredi, futuro re di Sicilia (1258-66) ripercorse gli ideali del grande genitore, e l’‘urbs nova’ fu fondata da lui nel 1256 in traslazione dell’antica Siponto, remota città greca (‘Sepious’), la cui fondazione è attribuita a Diomede, eroe della guerra di Troia.

Siponto era stata conquistata da Pirro (330 aC), poi sottomessa ai Romani, che vi dedussero una colonia nel 194 aC. La città fu contestata a lungo fra Bizantini e Longobardi per la sua importanza geopolitica; in seguito occupata dai Normanni (1039). Nel Basso Medioevo decadde per l’interramento del porto e l’impaludamento del territorio. Il primo vescovo, San Giustino, era un nobile del luogo, ordinato da San Pietro nell’anno 44. Per cui Siponto fu uno dei maggiori arcivescovadi d’Italia, unito dal 668 al 1034 a Benevento. Papa Alessandro II (1061-73) disgiunse definitivamente le due diocesi, nominando arcivescovo sipontino Gerardo I, dottissimo monaco tedesco dell’Ordine benedettino. In seguito Siponto acquistò nuovi privilegi. Papa Pasquale II (1099-1118) assoggettò Viesti (oggi Vieste) alla chiesa sipontina, Eugenio III (1145-53) quella di Monte Gargano (oggi Monte Sant’Angelo) e nel 1200 Innocenzo III (1198-1216) confermò l’uno e l’altro privilegio.

Afferma Gaetano Moroni Romano: “Desso protegge il porto, ov’è costruito un bel molo a riparo delle navi. Il medesimo esisteva prima della città e chiamavasi ‘Porto di Capitanata’, e da questo nel 1177 s’imbarcò, seguito da tredici galere che gli avea mandato Guglielmo II re di Sicilia [1166-89], il Papa Alessandro III [1159-81] per recarsi a Venezia onde pacificarsi con Federico I [imperatore: 1155-90]. Dopo la concordia, nell’ottobre si rimise in mare sulle navi venete, approdò nel porto di Siponto, ed a’ 14 dicembre giunse in Anagni”.

Le incursioni barbaresche ed, in seguito, il terremoto del 1223 finirono di rovinare Siponto e quello del 1255 la schiantò interamente; la popolazione fu raccolta da Manfredi nella nuova città a tre chilometri a nord-ovest.

Il figlio di Federico II divisò di ricostruire
il porto sipontino in luogo più lontano dalle acque malariche, e più riparato dai venti del settentrione, alla base meridionale del Gargàno. Nei suoi proponimenti Manfredonia doveva diventare la metropoli eponima per le sue ambiziose mire espansionistiche verso i Balcani e l’Oriente, vista la crisi di Costantinopoli. Così sorse la nuova città che a questi si mantenne fedele, ghibellina al pari di Pisa e altre città europee, contro tutti i tentativi fatti in odio alla dominazione sveva. Sorse col suo porto e le sue fortificazioni fra giardini e campi dai fiori gialli e porporini, in un “paesaggio di reminiscenza orientale”.

 

Nel frattempo l’arcivescovo Ruggero, che vide il tramonto di Siponto, entrò solennemente con il suo clero nel 1258 trasportandovi il corpo di San Lorenzo Majorano, il protettore della nuova città. Ruggero confermava la continuità della chiesa sipontina ed apriva nello stesso tempo la serie dei vescovi.

Manfredonia è l’ultimo tassello dell’edificazione strategico-militare imperiale che doveva porre nell’ottica degli Hohenstaufen, la città daunia a livello di capitale della marca orientale italiana, mentre Pisa lo sarebbe stata di quella occidentale. Ed infatti se l’idea di ‘civitas’ enriciana, preconizzata per la città della Torre Pendente anni dopo dalla Casa di Lussemburgo, fu frustrata dalla morte dell’imperatore Arrigo VII (1312-13) – si dice assassinato dai fiorentini tramite l’avvelenamento dell’ostia santa – parimenti la dipartita di re Manfredi a Benevento (1266) per mano dei francesi, in sostanza, bloccò – sotto il tallone angioino – lo sviluppo storico della nuova ‘forma urbis’. Federico II, come tutti i genî, previde con notevole anticipo il successivo assalto barbaresco-ottomano il quale, con una cinta castellare organizzata, non avrebbe consentito i successi avversari che sappiamo, a sua volta ponendosi come testa di ponte verso l’Oriente.

Carlo I d’Angiò (1266-85), sconfitto e ucciso Manfredi, volle mutarne il nome in ‘Sypontum Novellum’, ma prevalse l’originale. Nel 1380 a Manfredonia morì, per le ferite riportare, il più grande ammiraglio veneziano, Vettore Pisani, dopo aver sconfitto quello stesso anno i genovesi a Chioggia, Istria e Dalmazia ed eliminato la città rivale dai commerci con l’Oriente.

La regina di Napoli Giovanna II d’Angiò-Durazzo (1414-35) donò a Giacomuzzo (Muzio) Attendolo, detto Sforza il Grande (1369-1424), l’intera città di Manfredonia, a raccomandazione ed istanza di papa Martino V (1417-31), che volle così ricompensare lo Sforza d’aver liberato Roma dalle armi di Braccio da Montone, e restituita al Pontefice. Manfredonia ebbe il titolo di ‘Urbs Fidelissima’ dall’imperatore Carlo V (1520-56), per aver resistito nel marzo-luglio 1528 all’assedio dei veneziani del maresciallo di Francia Odet de Foix, visconte di Lautrec, agli ordini di Francesco I (1515-47).

In seguito la città fu saccheggiata dai Turchi nel 1620, e ancora colpita dallo tsunami del 30 luglio 1627, dal terremoto del 1646 e dall’ulteriore del 20 marzo 1731.

Il 24 maggio 1915 a Manfredonia iniziò per l’Italia la prima guerra mondiale: l’iniziale atto di ostilità da parte degli austriaci, che bombardarono la stazione (allora nell’attuale Piazza Marconi) e affondarono la torpediniera ‘Turbine’ nelle acque del Golfo omonimo, che era già stato chiamato Mar di Puglia dal celebre cartografo fiammingo Gerardo Mercatore (1512-1594), e dagli olandesi Henricus Hondius (1597-1651) e Johannes Janssonius (1588-1664). Due papi sono stati arcivescovi di Manfredonia: il romano Giovanni Maria Ciocchi del Monte, Giulio III (1550-55); e il romano-gravinese Pietro Francesco Orsini, Benedetto XIII (1724-30).

Oggi Manfredonia enumera 59.456 abitanti
su una superficie comunale di 356,93 Kmq. ad un’altitudine di 5 m. sul livello del mare.

Concludiamo con una meravigliosa descrizione di Manfredonia del cronista francescano medievale, Fra Salimbene da Parma (1221-1289): “[…] Et capta fuit uxor [Helena] predicti domini Manfredi cum duobus filiis et cum toto thessauro suo in civitate que Manfredonia nominantur; quem civitatem ipse fieri fecit, nomen suum imponens ei. Hec facta fuit loco alterius civitatis, que distat ab ea per miliaria duo; et si vixisset princeps per paucos annos amplius, fuisset Manfredonia una de pulchrioribus civitatibus de mundo. Est enim ex tote murata in circuito et per IIIIor miliaria durat, ut dicunt, et habet optimum portum et est ad radicem montis Gargani; et omnia fundamenta aliarum iam facta, et vias amplissimas habet, que ad pulchritudinem faciunt civitatis. Sed rex Karolus habet eam exosam, in tantum quod eam audire nominari non potest, immo vult, quod appelletur Sipontus Nova” ([Elena], la moglie del predetto Signore Manfredi, fu fatta prigioniera, con i suoi due figli e con tutto il suo tesoro, nella città chiamata Manfredonia, che era stata fatta costruire da Manfredi, dal quale prese il nome. Fu costruita al posto di un’altra città, che è due miglia distante da essa; e se il principe fosse vissuto ancora un po’ d’anni, Manfredonia sarebbe stata una delle più belle città del mondo. Essa infatti è tutta circondata di mura per circa quattro miglia, come dicono; possiede un ottimo porto e si trova ai piedi di Monte Gargàno. Le strade principali sono già tutte abitate, e sono già pronte le fondamenta di tutte le altre case, ha vie molto ampie, che rendono molto bella la città. Ma il re Carlo l’ha in odio, al punto che non può sentirla nominare, perché vuole che sia chiamata Nuova Siponto).

Ma come afferma Antonio Ciuffreda: “Essa, però, ha conservato il nome di Manfredi, a dimostrazione che, qualche volta, la resistenza passiva del popolo riesce a prevalere anche sulla forte volontà del principe”.
 

Luoghi di culto storici

Importante traccia del passato è la chiesa di Santa Maria Maggiore (consacrata nel 1117 da papa Pasquale II) che costituisce uno dei più importanti edifici di tipo romanico-pisano-pugliese ai primi decenni del sec. XI; le formelle a losanga ci portano alla memoria il Duomo pisano di Piazza dei Miracoli. Nel 1976 papa Paolo VI (1963-78) gli conferì l’altissimo titolo di ‘basilica’. Adiacenti alla chiesa, resti di una chiesa paleocristiana e di catacombe. Più lontano, a circa km 10 sulla statale per Foggia, si trova la chiesa di San Leonardo dei secc. XI-XII, dallo stupendo portale scolpito e figurato; essa era già appartenente ad un’abbazia di Cavalieri Teutonici per l’assistenza ai pellegrini della Terrasanta..

DA: http://temi.repubblica.it/limes/

Manfredonia: la capitale mancataultima modifica: 2009-11-03T10:56:02+01:00da tonyan1
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