Una Puglia da trivellare. In terra e in mare

Una Puglia da trivellare. In terra e in mare

di Agostino del Vecchio
Pubblicato il 15 novembre, 2010

 

 

Trivellazioni in mare. (Fonte immagine: mondoraro.org)

Bari – GLI ultimi aggiornamenti riguardano 3 permessi di ricerca di idrocarburi (due tra Taranto e Lecce, uno a Foggia) più 8 permessi di trivellazioni (coltivazioni) accordati dal Ministero dello Sviluppo Economico, Ufficio Nazionale Minerario per gli idrocarburi e le georisorse. La Puglia, soprattutto la Capitanata, appare oggi sempre più simile simile al Texas, cosi come recitava il recente omonimo dossier di Legambiente o, se si preferisce, una “terra di conquista”, considerato l’impressionate numero di concessioni, ricerche e investimento da parte di multinazionali del petrolio, che poco o nulla hanno a che fare con una regione indirizzata al turismo. Il Bollettino Ufficiale degli idrocarburi N 9 del 31 Ottobre 2010 comprende anche le famigerate ricerche petrolifere off-shore nell’Adriatico operate dalle società Northern Petroleum, Eni e Petroceltic Elsa, il 30,28% del totale viene operata in Puglia, più precisamente tra il braccio di mare ad est delle Isole Tremiti (Foggia) e Molise e tra Brindisi e Lecce. Associato al Bollettino del Ministero è consultabile anche l’elenco, approvato dal decreto del 22 ottobre 2010, degli “esplosivi, accessori detonati e dei mezzi di accensione riconosciuti idonei all’impiego nelle attività estrattive”. Sono compresi polveri nere da mina, miscele detonanti per rilievi sismici, cariche cave per pozzi petroliferi e esplosivi di sicurezza utilizzabili in sotterranei grisutosi e/o con polveri infiammabili.

LANNES: “LE NAVI DI RICERCA HANNO FATTO SPIAGGIARE I CAPODOGLI” – I sonar utilizzati dalle navi delle compagnie per la ricerca di petrolio in mare sarebbe anche alla base dello spiaggiamento dei 9 capodogli (di cui 7 morti) nei pressi della Foce di Capo Iale-Laguna di Varano (Foggia). Lo ha asserito il giornalista Gianni Lannes, intervenendo alla manifestazione organizzata lo scorso 14 ottobre a Bari dal Forum Energia e Territorio Beni Comuni – Puglia. “Il largo ricorso disinvolto a strumenti che emettono potenti radiazioni elettromagnetiche,” dipingerebbe un quadro completo di una situazione inquietante, che richiede un’assunzione precisa di responsabilità da parte delle autorità, anche al di là di gravi episodi che avrebbero portato alla tragedia ecologica di Foce Varano.

LE TRIVELLAZIONI VIA TERRA IN CAPITANATA – Lo scorso 28 ottobre la società Apennine Energy S.r.l. con sede in Roma legale ha presentato alla Regione Puglia una richiesta verifica assoggettabilità a V.I.A. (Valutazione Impatto Ambientale) per il programma lavori relativo alla ricerca di petrolio in località “Posta del Giudice” ricadente nella Provincia di Foggia ed in particolare nei Comuni di Castelnuovo della Daunia, Casalvecchio di Puglia, Lucera, Pietramontecorvino, San Severo e Torremaggiore. Il Progetto, come è riportato nel Bollettino della Regione. prevede un possibile rilievo sismico e la perforazione di un pozzo esplorativo che raggiungerà la massima profondità di 1.200 metri. “L’influenza sull’ambiente da parte delle attività di esplorazione – afferma la Apennine Energy – può essere considerata trascurabile o nulla soprattutto per le misure di prevenzione che saranno adottate dalla Compagnia.” La stessa ha presentato il permesso di ricerca “Il Convento” ricadente nelle Province di Campobasso e Foggia ed in particolare nei Comuni Campomarino, Chieuti, Guglionesi, Lesina, Portocannone, Rotello, San Giacomo degli Schiavoni, San Martino in Pensilis, San Paolo di Civitate, Serracapriola, Termoli, Torremaggiore e Ururi. Inoltre la Vega Oil cercherà idrocarburi in un’ampia zona ricadente nei territori dei comuni di Manfredonia, Foggia, Carapelle, Orta Nova, Ordona e Ascoli Satriano. Tra le aree interessate dalle possibili trivellazioni anche il sito d’interesse comunitario “Valle del Cervaro – Bosco Incoronata”

IL PETROLIO SOTTO IL MARE IN PUGLIA – IL Comitato “No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili” – spiega in un comunicato – prende atto che la Northern Petroleum Ltd ha depositato, per la libera consultazione da parte dei soggetti interessati, lo studio di Impatto Ambientale, il Progetto e la Sintesi non Tecnica, relativi alla prima fase del Programma Lavori collegato all’Istanza di Permesso di Ricerca Idrocarburi in mare denominato “d61 F.R-.NP”. L’area di cui all’istanza ha estensione pari a 733, 5 kmq ed è localizzata nel Mar Adriatico Meridionale a circa 70 km a nord–est di Brindisi e circa 60 km ad est di Bari, ad una distanza minima dalla costa pari a 22,4 km (circa 12,1 miglia marine).

IL PUNTO DI LEGAMBIENTE – In Italia nel 2009 sono state estratte 4,5 milioni di tonnellate di petrolio, circa il 6% dei consumi totali nazionali di greggio. Il resto è importato dall’estero. Ma la quantità rischia di aumentare, perché oggi in nome di una presunta indipendenza energetica stanno aumentando sempre di più le istanze e i permessi di ricerca di greggio nel mare e sul territorio italiano. Una ricerca forsennata per individuare ed estrarre le 129 milioni di tonnellate, secondo le stime del Ministero dello sviluppo economico, ancora recuperabili. “Ma il gioco – si afferma nel dossier Texas Italia- vale la candela? Nel migliore (o peggiore dal nostro punto di vista) dei casi in cui si riesca ad estrarre tutto il petrolio recuperabile nel sottosuolo italiano la quantità ottenuta sarebbe sufficiente, ai consumi attuali, a garantire l’autonomia per soli 20 mesi in più. Ma nel frattempo avremmo messo una grave ipoteca sullo sviluppo e la tutela di ampie aree del mare e del territorio italiano.”

CONCLUSIONI – Il rischio trivellazioni minaccia pesantemente le aree marine della Puglia. La corsa all’oro nero ha portato infatti molte compagnie ad avanzare richieste e in alcuni casi ad ottenere permessi di ricerca in zone estese per un totale di circa 39mila kmq dislocati in 76 aree, localizzate per la gran parte in aree di elevato pregio ambientale e considerate zone sensibili proprio per i loro ecosistemi fragili e preziosi da tutelare.

a.delvecchio@statoquotidiano.it

Una Puglia da trivellare. In terra e in mareultima modifica: 2010-11-16T09:48:00+01:00da tonyan1
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