Il neoclassicismo: l’Arte Napoletana.
Parlare della Napoli città culla dell’arte riporta alla mente la Napoli greca, la Napoli che sorse intorno alla tomba della semi dea Parthenope, quella antica, classica, eppure vi è un’altra Napoli storica, protagonista ancora dell’andamento artistico e culturale del mondo, una Napoli che non rinuncia alla sua veste classica, ma si propone con un “classicismo moderno” che intrapresero istantaneamente gli artisti di tutta Europa sulla spinta Napoletana della ricerca della cultura e dei tesori della storia, che negli anni di fine XVIII secolo divenne noto come “neoclassicismo”.
In quegli anni imperversava lo stile Rococò ,di imposizione stilistica francese, contro il quale la generazione neoclassica reagì energicamente, respingendo la corrente come frivola.
Case, chiese, musei, banche e negozi vennero progettate per la gran parte in questo nuovo stile. E furono le forme di questo stile che Napoli esportò per applicarlo alle architetture e alle decorazioni di tutto il mondo. Teiere, fibbie e lampioni stradali furono i segni quotidiani della vasta influenza, sul gusto contemporaneo, del passato classico della Grecia e di Roma. Il Neoclassicismo tenne il campo per circa ottanta anni, mentre le deboli alternative di stili medievaleggianti ed esotici facevano una timida comparsa o venivano assorbite nell’idioma classico. Il Neoclassicismo fu uno stile molto pervasivo, si diffuse in tutte le direzioni, da San Pietroburgo a Edimburgo, da Filadelfia a Sydney, penetrando a tutti i livelli della società , per i suoi tesori antichi e in quanto testimonianza di un mito. Il mito di della Grecia e di Roma risorge con forza e attira a se il mondo intellettuale: ogni artista o persona colta doveva per forza farvi visita. Questo fenomeno è ampiamente documentato da racconti, diari di viaggio, disegni, stampe, ecc. Si cerca di accumulare più conoscenze possibili sull’antichità e tutto ciò che è antico diventa bello e importante.
Vista questa dimensione “di massa”, il rapporto con l’antico si apre su molti versanti, non solo artistici e culturali ma anche commerciali, : è il momento in cui diventa florido il commercio di “pezzi antichi” da parte di antiquari, ebanisti, intarsiatori, fonderie, ceramisti, architetti, un fermento stilistico e culturale che Napoli ancora una volta regala al mondo.
A questo si aggiunge la grande diffusione di immagini tramite stampe, specialmente incisioni su rame, che erano riproduzioni di disegni, abbozzi, appunti fatti dai viaggiatori o eseguiti a memoria durante il viaggio di ritorno. Queste stampe rappresentano le fonti principali da cui gli artisti traggono ispirazione per le opere, insomma TUTTI AL LAVORO !
Da queste immagini, in cui le opere viste o ricordate vengono interpretate e trasformate derivano i principali elementi dello stile neoclassico:
– contorni netti ed essenziali
– linea continua e chiusa
– astrazione
– purezza di forme e semplicità
– funzionalità e chiarezza espressiva
– netta distinzione figura/sfondo
– pochi colori
– isolamento degli elementi
– composizioni semplici, geometriche, simmetriche
REALE FABBRICA FERDINANDEA
Con la maggiore età di Ferdinando IV il giovane re potè iniziare a prendere delle iniziative autonome sottraendosi al pesante controllo che il padre esercitava dalla Spagna attraverso il suo fidatissimo ministro Bernardo Tanucci che quotidianamente lo informava epistolarmente dei più minuti avvenimenti napoletani. Tra le prime decisioni autonome di Ferdinando vi fu però l’apertura di una nuova fabbrica di porcellana, i cui esperimenti iniziali vennero addirittura condotti in un ufficio in gran segreto all’insaputa del ministro Tanucci proprio per evitare che dalla Spagna giungesse un veto prima che si fossero ottenuti dei risultati. Soltanto nel 1773 quando si erano già risolti sia i problemi tecnici che quelli diplomatici con Carlo, la nuova fabbrica venne spostata a Napoli e iniziò la sua effettiva produzione.
Sulla spinta sorsero decine di fabbriche di porcellana e maioliche (Mollica, Mosca, Cacciapuoti, quella dei fratelli Giustiniani che produssero meravigliosi rivestimenti che vestivano letteralmente con pavimenti e rivestimenti le meravigliose ville vesuviane del tempo che venivano costruite o restaurate in stile neoclassico) ,così come anche le fonderie, un intero indotto commerciale in fermento, dall’edilizia all’artigianato, alla ricerca del bello e della pulizia delle forme, concetto che si estese ovviamente anche alla letteratura.