Lo scienziato napoletano che legge Asimov

ANTONIO EREDITATO FISICO ALL’ UNIVERSITÀ DI BERNA, È IL COORDINATORE DELLA RICERCA

Il napoletano che legge Asimov a capo del team

ereditato.jpgMILANO – «Mi sono preparato a Napoli – dice con orgoglio Antonio Ereditato, 56 anni e oggi primo protagonista di una scoperta che, se confermata, sarà epocale per la scienza e la conoscenza dell’ Universo -. Nella mia città natale mi sono laureato e nella stessa università Federico II ho raggiunto pure il dottorato. Inoltre, lo dico subito, sono un tifoso del Napoli». Poi, come ogni scienziato che deve consolidare un’ esperienza sul campo è volato via, ma non lontanissimo, a Strasburgo, in Francia, entrando nelle file del Cnrs, il consiglio nazionale delle ricerche d’ Oltralpe. Come era ovvio per un fisico transitava quindi al Cern, la mecca della ricerca subnucleare, e poi tornava a casa, sotto il Vesuvio. Per poco però. «Mi guardavo intorno – racconta Ereditato – e così affrontai e vinsi un concorso all’ Università di Berna, in Svizzera, salendo in cattedra e diventando il direttore del Laboratorio di fisica delle alte energie». Era il 2006 e da allora lo scienziato napoletano è entrato a far parte di numerose ricerche al Cern, in Giappone e infine anche nell’ esperimento Opera condotto assieme all’ Istituto italiano di fisica nucleare. «La scienza – prosegue – è sempre stata la passione della mia vita anche se da giovanissimo non capivo bene che strada prendere. Poi è arrivata la fisica e l’ esperienza che sto conducendo con i neutrini, da tempo la mia specializzazione, è diventata esaltante per le prospettive che apre. Ma lascio agli altri descriverle. Io sono impegnato in un’ indagine che per il momento riguarda il loro comportamento e la loro natura. E tanti sono gli aspetti ancora da decifrare». Ma non c’ è solo la scienza per Ereditato. «Mi piaceva e mi piace leggere la fantascienza, le grandi storie di Asimov e Clark. Però confesso che con altrettanta passione seguo il calcio e affronto la storia della fisica e i suoi straordinari personaggi». Quali sono stati i grandi scienziati del passato a cui ha guardato? «Certamente Enrico Fermi e in particolare Bruno Pontecorvo. Da giovane ricercatore andai nel suo laboratorio di Dubna, in Russia, dove viveva dopo l’ abbandono dell’ Italia. Da lui, grande genio dei neutrini, ho imparato molto e rimane per me un costante riferimento». E la scelta della Svizzera è stata una fuga dall’ Italia? «Per niente. A parte la vicinanza e il fatto che con la comunità dei fisici italiani lavoro quotidianamente, la Svizzera mi ha offerto delle opportunità maggiori per la mia vita di scienziato, come ad esempio coordinare grandi gruppi di ricerca, e quindi sono arrivato qui accettando un’ ardua selezione. Mi hanno accolto molto bene e ne sono felice». G. Cap.

Caprara Giovanni

Pagina 31
(24 settembre 2011) – Corriere della Sera

Lo scienziato napoletano che legge Asimovultima modifica: 2011-09-25T18:28:00+02:00da tonyan1
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