«Abbracciamo la cultura»: votate il monumento che vorreste salvare

«Abbracciamo la cultura»: votate il monumento che vorreste salvare

Legambiente e il Corriere del Mezzogiorno propongono un sondaggio: 14 associazioni per altrettanti beni
Il 5 marzo a Roma si circonderà il Colosseo. E a Napoli?

NAPOLI – Un abbraccio li salverà. Parliamo dei beni culturali da sottrarre al naufragio dei tagli e dell’abbandono. E se non li salverà del tutto, di certo segnalerà con forza e simbolicamente la necessità di farlo. L’iniziativa si chiama «Abbracciamo la cultura» e a proporla è Legambiente nazionale che il 5 marzo prossimo «abbraccerà» a Roma il Colosseo.

E a Napoli? Quale sarà il sito da circondare con le braccia dei cittadini? Per sceglierlo, il circolo Legambiente Parco Letterario Vesuvio Onlus, Legambiente Campania e il Corriere del Mezzogiorno propongono un sondaggio sul sito internet www.corrieredelmezzogiorno.it con una rosa si monumenti suggeriti da altrettante associazioni. L’obiettivo è quello di «individuare luoghi e beni culturali in stato di incuria e abbandono sui quali attrarre l’attenzione di istituzioni ed opinione pubblica per sollecitare immediati ed adeguati interventi, nella consapevolezza che investire nella cultura significa investire in sviluppo e qualità della vita».

L’elenco è ricco ed è questo.

La scala di Palazzo dello Spagnuolo
La scala di Palazzo dello Spagnuolo

L’ordine degli Architetti di Napoli segnala Palazzo dello Spagnuolo alla Sanità, esemplare testimonianza del diciottesimo secolo epoca in cui fu costruito su commissione del marchese Nicola Moscati, in base a un progetto viene attribuito a Ferdinando Sanfelice, che sicuramente realizzò la scala a doppia rampa ad «ali di falco» pensata come scenario di vita sociale. Le decorazioni sono state realizzate intorno al 1740 da Aniello Prezioso. Sul finire del secolo venne acquistato da Tommaso Atienza, detto lo Spagnuolo, Fino a poco tempo fa è state dell’Istituto delle guarattelle e soprattutto ospita il museo Totò, finito, mai aperto e già in decadenza.

Conservatorio San Pietro a Majella
Conservatorio San Pietro a Majella

Il Consorzio Napoli Centro antico sceglie l’Insula del Conservatorio San Pietro a Majella che comprende i chiostri che si articolano lungo il terminale del Decumano maggiore. Oggi sono la sede del Conservatorio di Napoli, fondato nel 1806 dall’unificazione di quattro istituzioni musicali nate all’interno degli orfanotrofi di Santa Maria di Loreto, della Pietà dei Turchini, di Sant’Onofrio a Capuana e dei Poveri di Gesù Cristo. Il conservatorio conserva spartiti e documenti straordinari nel suo museo restaurato di recente.

La platea del Trianon
La platea del Trianon

L’associazione Evaluna- Libreria delle donne indica il Teatro Trianon. Fondato cento anni fa, l’8 novembre 1911, il teatro di piazza Calenda, a Forcella, riprende un toponimo emblema di delizie regali e di lusso. Nel 1940, Gustavo Cuccurullo acquista il teatro e nel 1947 lo trasforma in sala cinematografica. Cinquanta anni dopo, un pronipote omonimo del precedente, riporta la sala all’antica condizione di teatro, inaugurandola il 7 dicembre 2002. Dall’aprile del 2006 è un teatro pubblico della Regione Campania e della Provincia di Napoli, assumendo il nome di teatro del popolo Trianon Viviani.

Ingresso di Castel Capuano
Ingresso di Castel Capuano

Le scuole Ic «Ristori» e l’Istituto Galileo Ferraris di Napoli vogliono salvare Castel Capuano, il più antico castello di Napoli. Di origine normanna è identificato con la sezione civile del tribunale di Napoli di cui è stato sede. Il nome si deve alla sua posizione a ridosso della porta. La sua costruzione fu iniziata nel 1140 per volere del re di Sicilia Guglielmo I detto il Malo, figlio di Ruggero il Normanno, e fu portata a termine nel 1160 dall’architetto Buono. Fu casa dei sovrani a dispetto dell’aspetto militare. Non degli Angioini però che vollero la costruzione (1279-82) di Castel Nuovo. Castel Capuano continuò ad ospitare alcuni membri della famiglia reale e ospiti illustri come Francesco Petrarca. Col vicereame (1503) divenne palazzo di giustizia.

Arco di Trionfo di Castelnuovo
Arco di Trionfo di Castelnuovo

La Fondazione NapoliNovantanove suggerisce l’Arco di Trionfo di Castelnuovo che fu eretto per volere di Alfonso d’Aragona per celebrare la conquista del Regno di Napoli nel 1443. L’opera, che faceva parte del rinnovamento del castello, rappresenta il contributo di Napoli al Rinascimento italiano, soprattutto nel campo della scultura. L’arco è il monumentale ingresso alla nuova sede del sovrano, il Castel Nuovo ed, emulando la gloria degli imperatori romani, ne enfatizza la grandezza.

Mura greche di piazza Bellini
Mura greche di piazza Bellini

Il Gan (Gruppo Archeologico Napoletano) le mura greche di piazza Bellini. Si tratta di resti del sistema difensivo. Le mura si dispongono lungo i margini del pianoro su cui sorge la città antica di Napoli ed erano protette da valloni naturali che circondavano l’abitato e costituivano dei veri e propri fossati difensivi. Queste fortificazioni avevano creato per Neapolis fama di inespugnabilità, confermataci dalle fonti storiche sia riguardo alla guerra annibalica (218-202 a.C.), sia durante il conflitto greco-gotico (VI secolo d.C.).


San Giovanni a Carbonara, l'ingresso
San Giovanni a Carbonara, l’ingresso

Il circolo Legambiente Napoli Centro Antico vorrebbe abbracciare il Complesso di San Giovanni a Carbonara, in particolare i giardini della chiesa. Di epoca trecentesca, tra le più ricche di opere d’arte della città, si trova nell’omonima strada del centro storico, destinata in epoca medievale a luogo di scarico dei rifiuti inceneriti. La costruzione della chiesa ebbe inizio nel 1343, grazie alle donazioni del patrizio napoletano Gualtiero Galeota, sul luogo dove sorgeva un piccolo convento di agostiniani. L’ampliamento che, all’inizio del quattrocento, fu voluto da Re Ladislao (che qui desiderava essere sepolto), portò alla costruzione di un nuovo chiostro a fianco di quello preesistente e la chiesa fu abbellita con marmi pregiati. Restaurata nel 1856, fu severamente danneggiata durante i bombardamenti del 1943.

Castel Nuovo, sede della Società di Storia Patria
Castel Nuovo, sede della Società di Storia Patria

L’Aib (Associazione Italiana Biblioteche) segnala la Società Napoletana di Storia Patria (con sede a Castel Nuovo), tra le società storiche nazionali, una delle più importanti per l’antichità delle sue origini, per la ricchezza del patrimonio librario custodito, per la vitalità delle sue iniziative scientifico-editoriali. Sorta nel dicembre 1875, fu fondata tra gli altri da Bartolommeo Capasso, Francesco Correale, Vincenzo Cuomo, ed ebbe come Segretario Benedetto Croce. Conserva: l’antica Biblioteca Sismica del Touring Club, quella del Circolo numismatico, l’Araldica della biblioteca Bonazzi, libri di argomento napoleonico. Esemplari rari di diari, cataloghi d’arte, toponomastica, oltre a fondi di pergamene, manoscritti, stampe e disegni, periodici, monete e medaglie.

Biblioteca dei Girolamini
Biblioteca dei Girolamini

L’associazione Cicloverdi mette in salvo il Complesso dei Girolamini. La chiesa dei Girolamini (o Gerolomini) è tra i più vasti edifici di culto napoletani, grande quasi quanto il duomo. È ricchissima di opere perché vi lavorarono artisti di estrazione toscana, emiliana e romana. La chiesa in via dei Tribunali, fa parte di un complesso monumentale situato nel centro storico di Napoli, di fronte, Nel complesso è ospitata una prestigiosa pinacoteca, una biblioteca con oltre 150 volumi e l’Oratorio dell’Assunta. Chiusa per oltre trent’anni, la chiesa è stata riaperta al pubblico nel settembre 2009.

Stampa d'epoca del Fortino di Vigliena
Stampa d’epoca del Fortino di Vigliena

Legambiente Parco Letterario Vesuvio onlus preferisce il Fortino di Vigliena a San Giovanni a Teduccio, un edificio storico di cui restano oggi solo alcuni resti. Costruito nel 1702 per volere del marchese di Villena fu distrutto nel corso Repubblica Partenopea del 1799, quando i patrioti napoletani vi si asserragliarono, per resistere all’avanzata in città delle truppe sanfediste del cardinale Ruffo. Il 13 giugno 1799, sconfitti al Ponte della Maddalena e assediati all’interno del fortino, i repubblicani presero la decisione di farsi saltare in aria per non cadere nelle mani dei nemici. Assediato dall’abusivismo è in totale degrado.


Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere
Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere

L’Istituto italiano per gli studi filosofici allarga il raggio d’azione e indica l’anfiteatro romano di Santa Maria Capua Vetere, secondo per dimensioni solo al Colosseo, al quale probabilmente servì come modello (secondo alcune ipotesi sarebbe il primo). Parte consistente delle sue pietre furono utilizzate dai capuani in epoca normanna per costruire il Castello delle Pietre della città di Capua ed alcuni dei suoi busti ornamentali furono posti sulla facciata del Palazzo del comune di Capua.

 

Un murales del Gridas
Un murales del Gridas

Legambiente La Gru di Scampia vuole circondare il Centro Sociale Gridas. Fondato da un «gruppo risveglio dal sonno» nel 1981 grazie a Felice Pignataro, Mirella La Magna, Franco Vicario e altre persone ebbe da subito «risveglio delle coscienze assopite e per stimolare una partecipazione attiva alla società. Il Gridas opera ininterrottamente da quasi 30 anni a Napoli. Belli i suoi 250 murales realizzati in ogni parte d’Italia, ma anche per il Carnevale di quartiere promosso a Scampia.

 

Il cosiddetto «cippo a Forcella»
Il cosiddetto «cippo a Forcella»

Legambiente La città del Sole indica il Cippo a Forcella di piazza Calenda. Si tratta di un gruppo di pietre della cinta muraria di epoca greca dell’antica Neapolis (si ipotizza si tratti delle pietre che delimitavano una delle porte). Pietre simboliche e dal valore identitario per i napoletani come testimoniano le stratificazioni linguistiche fermate poi in un proverbio. Quando una cosa è molto antica, forse la più antica tra analoghe, in dialetto partenopeo di dice «se ricorda ‘o cippo a Forcella».

La platea del San Carlo
La platea del San Carlo

Legambiente Neapolis 2000, infine, segnala il Teatro San Carlo, uno fra i maggiori d’Europa e certamente il più antico teatro d’opera europeo ancora attivo. Fondato nel 1737 è stato riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Fondato per volontà di Carlo I di Borbone, fu inaugurato con l’opera Achille in Sciro di Domenico Sarro e libretto di Pietro Metastasio. Nel 1770 ospitò come spettatore il giovane Mozart. Nel 1799. La nuova sala, ricostruita dopo un incendio che la distrusse nel 1816, fu inaugurata il 12 gennaio 1817 con la cantata Il sogno di Partenope

Nat. Fe.
14 febbraio 2011

da: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/arte_e_cultura/2011/14-febbraio-2011/abbracciamo-cultura-votate-monumento-che-vorreste-salvare-19011337933.shtml

«Abbracciamo la cultura»: votate il monumento che vorreste salvareultima modifica: 2011-02-22T12:01:00+01:00da tonyan1
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