Il Risorgimento piemontese visto da un grande meridionalista

angelo%20manna.PNGL’interpellanza dell’On.Angelo Manna (MSI)

Di Antonio Ciano

Cavour protobeccaio e porco di stato.
Angelo Manna è da considerarsi tra i più grandi scrittori meridionalisti. Studioso di cose risorgimentali, ha insegnato ad una generazione, la nostra, ad amare il Sud e la sua storia. È stato uno dei primi a scoprire la potenza che possono emanare le onde televisive: quando parlava lui, le altre Tv ammutivano quasi; nell’ora della sua trasmissione riusciva a catturare l’ascolto di migliaia di napoletani e non solo. Le onde di Canale 21, negli anni ’80, oltrepassarono infatti, i confini della Campania e ben presto la popolarità dello storico napoletano varcò anche l’oceano approdando nelle Americhe.
Oltre mille ore di trasmissione dell’emittente televisiva privata su quello che è stato il risorgimento nel Sud, svegliarono di colpo le coscienze sopite dei napoletani. Manna si presentava sugli schermi in modo elegante, capelli lisci, neri, imbrillantinati e tirati all’indietro, da vero meridionale, da vero napoletano, linguisticamente raffinato, serioso, arrabbiato, con la rabbia di chi sa di essere stato preso per i fondelli dalla storia di regime, intercalando sapientemente, a volte, qualche battuta in lingua autoctona, altre volte frasi in latino., in francese. Da quegli studi Manna tuonava contro i cosiddetti padri della patria, contro Garibaldi, contro Cavour, contro i Savoia, contro i corrotti del centrosinistra di allora che aveva fondamenta solide e che paragonava ai corrotti dell’800. Cosa nuova ed inedita in quei tempi dissacrare i liberatori, i rigeneratori, i massoni, re e primi ministri del regime savoiardo ritenuto sacro fino ad allora.
Un partito, il MSI, intuendo l’Affair elettorale pensò bene di intruppare il grande storico nel proprio partito alle elezioni del 1983. Manna sbalordì tutti prendendo oltre 130 mila voti di cui validi 90 mila, venendo poi rieletto anche nel 1987.
La sua carriera politica finì quando, da deputato in carica, presentò un’interpellanza all’allora ministro della difesa Giovanni Spadolini in data 25 settembre 1990.

Fonte:Ass. culturale amici di Angelo Manna

Di Antonio Ciano

Manna era il nostro mito.

Nel giugno del 1996 fu pubblicato “I savoia e il massacro del Sud”, una sera ricevetti una telefonata, era Manna, mi disse” é il prof Ciano?”, io risposi che no, che aveva sbagliato numero. Infatti ho due cugini professori e portano il mio stesso nome e cognome, ma dopo pochi minuti mi richiamò e mi disse” é casa Ciano? quello che ha scritto il libro sui savoia?” ed io “si, ma non sono professore- e lui” ah no? io sono Agelo Manna-Non credevo alle mie orecchie, pensavo fosse uno scherzo, ed io- ah, e io sono napoleone bonaparte!!- scoppiò a ridere come un matto, ma riconobbi la voce, perchè lo ascoltavo su canale 21. Mi chiese se era possibile incontrarci, ed io gli dissi di si. La sera successiva venne a Gaeta, e mi portò la sua interpellanza che conservo ancora, interpellanza che poi trascrissi pari pari sul mio secondo libro. Siamo rimasti amici fino alla sua morte. Nella trattoria Masaniello nacque il partito del Sud e lì nacque pure la prima telestreet italiana, TMO gaeta, perchè doveva dare spazio alle voci di Lucio Barone, Angelo Manna e Mimino Ciaramaglia, scrittore di Gaeta.

Avevamo costituito un laboratorio politico. Sono morti tutti e tre a poca distanza l’uno dall’altro.Con la loro morte persi la speranzo di portare avanti la speranza dei merdionali, rimase TMO che mi diede la possibilità di trasmettere ai miei concittadini la storia che conoscevo.

Quando fui denunciato mi difese in tutte le sedi culturali napoletane. Angelo è stato un faro, era stato eletto da indipendente nelle liste del Msi, ma dopo quella interpellanza, come si può leggere sul mio libro, fu cacciato dalla politica italiana e dal MSI, ma lui se ne “fotteva” queste erano le sue parole, era meridionale e il MSI gli era servito per portare a segno il colpo più bello della sua vita, l’interpellanza che ha dato a tutti noi la speranza di un cambiamento totale della politica e dell’essere meridionali.
Angelo Manna era un vulcano in piena, Ciaramaglia un filosofo,Lucia Barone uno stratega, io ero il peggio, ma anche il più giovane.Un giorno mi invitarono a raccontare il mio libro in un circolo massonico, telefonai ad Angelo, io non volevo andarci, ma lui mi disse: “ma come, dobbiamo andare, vediamo chi è sta gente” andammo, c’era la crema di quel paese, chiusero il ristorante” dissi a Manna- Angelo, qui ci fanno la pelle – e lui- coò cacchio, fuori vi sono almeno 50 poliziotti- e disse sta cosa anche ai massoni.

Io ci credetti, ma quando andammo via mi disse- Antò, ci hanno creduto, siamo ancopra vivi.
Il Risorgimento piemontese visto da un grande meridionalistaultima modifica: 2010-05-21T09:51:24+02:00da tonyan1
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