09/05/2010 – Corteo contro le celebrazioni di Italia 150
“Siamo tutti briganti, vogliamo il Sud libero”
Protesta meridionalista al museo Lombroso: chiudetelo, è razzista
In precedenza la loro Union Piemontèisa si era alleata per le elezioni politiche del 1987 con la Lega Lombarda di Umberto Bossi, ma non era riuscita a conquistare seggi. Poi ci fu la concorrenza del movimento leghista di Gipo Farassino, e Gremmo tornò ai suoi libri: «Sono stato il primo a scrivere dei lager dei Savoia – dice – a Lombardore e a Fenestrelle».
Sulla targa d’ingresso del Museo Lombroso c’è un mazzo di gigli color… «borbone», dice l’avvocato Gianluca Bozzelli che li ha deposti ieri, alle 18, al termine della prima manifestazione contro le celebrazioni del Centocinquantenario. Sono partiti venerdì sera in pullman da Napoli per raggiungere l’ex capitale del 1861: alcune tappe per raccogliere gruppi provenienti da altre città meridionali, 14 ore di viaggio ed eccoli in piazza Vittorio Veneto con le bandiere del «Regno delle Due Sicilie», del «Partito del Sud» e di «Insorgenza». Oltre un centinaio di persone che in un corteo variopinto (al «borbone» si sono aggiunti il rosso e il giallo «aragonese») ha sciorinato i canti dei briganti e slogan contro i «colpevoli» dell’Unità d’Italia.
Al grido «Siamo tutti briganti» gli organizzatori hanno invocato la chiusura dell’esposizione e annunciato altre iniziative: a Roma, a Teano. In prima fila Nando Dicè (architetto di Napoli) e Michele Iannelli (medico di Caserta, vive a Roma), di Insorgenza, un movimento che si è presentato alle elezioni provinciali dell’anno scorso (risultato: 0,1%): «Abbiamo 800 adesioni su Facebook – dicono -. Non vogliamo mettere in contrapposizione il Nord contro il Sud. Operiamo affinché tutto il popolo meridionale si riappropri della propria dignità e della propria identità». Per l’occasione, solo al ritrovo, è ricomparso Roberto Gremmo, ex consigliere comunale di Piemont, mentre il medico di colore Mario Parker (che negli Anni 70 accusò Torino di razzismo) ha proseguito col corteo fino a pronunciare dinanzi al Lombroso una preghiera contro il colonianismo di ogni parte della terra.
Che cosa vuole il plotone di Bozzelli, Dicè, Iannelli? Di tutto tranne che lo Stato-Italia: autonomia, indipendenza, c’è chi sogna il ritorno alle «due Sicilie» e c’è chi ipotizza il «federalismo svizzero». Hanno sfilato, pacificamente, gente che lavora a Torino come gli ingegneri Eduardo Marrone, 33 anni (da 3 in Piemonte) e Ferdinando Mallamaci (68 anni, è stato anche docente al D’Azeglio e al Volta) o come l’avvocato campano Francesca Galateri di Genola che ha avi illustri originari del Cuneese. La battuta finale a un giovane napoletano sulla porta del Lombroso: «Un euro e mezzo per vedere il razzismo: è davvero poca cosa!».
da: http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/211552/