Vesuvio pattumiera della regione

Così si risolve l’emergenza rifiuti. Il meraviglioso vulcano scelto in silenzio come vittima sacrificale.

di Angelo Forgione

vesuvio rsu.PNGIl Vesuvio, il vulcano più visitato e più famoso al mondo, è l’unica bellezza paesaggistica italiana presente nella finale in corso del concorso per la designazione delle sette meraviglie naturali del mondo le cui votazioni procedono on-line sul sito www.new7wonders.com.
E proprio mentre lo “sterminator” si attesta tra le 28 più belle visioni della terra, il Governo italiano realizza due mega-discariche all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio, area protetta dall’Unesco come riserva di Biosfera MAB. In serio pericolo le produzioni agricole e vitivinicole, il turismo e la stessa serenità dei cittadini costretti a convivere con forti miasmi ed enormi disagi.

Il retaggio dell’emergenza rifiuti, chiaramente ancora in corso, ha spinto Roma ad attuare delle misure già in corso che hanno portato alla riapertura della discarica di Terzigno chiusa nel 1994 a seguito delle battaglie degli ambientalisti e delle popolazioni locali. Dopo l’ultima ondata virulenta dell’emergenza rifiuti dello scorso 2008, si è nuovamente individuata la discarica dell’ex Sari di Terzigno come luogo designato allo sversamento dei rifiuti, una zona entro i confini del Parco Nazionale del Vesuvio che ha configurato una violazione a tutti gli effetti in barba a tutte le direttive che vietano discariche all’interno di tali aree protette.

Per aggirare il “conflitto” ambientale, sono dunque stati modificati in silenzio i confini del Parco nazionale del Vesuvio aldilà dei quali è stata posta con un colpo di bacchetta magica la discarica designata e, col consenso del Sindaco di Terzigno, la discarica in località Pozzelle ha ripreso vita il 10 Giugno 2009. Ne subiscono le conseguenze gli abitanti del limitrofo comune di Boscotrecase, travolti da un tanfo nauseabondo mentre le produzioni vinicole e agricole vanno in crisi sul mercato nazionale e internazionale. Il celebre “Lacryma Christi”, vino DOC autoctono vesuviano tra i più antichi del pianeta, perde colpi e come se non bastasse pare che anche le ceneri del termovalorizzatore di Acerra finiscano sotto forma di coltre sui grappoli vesuviani. In pericolo anche il pomodorino DOP del piennolo e le tante coltivazioni di friarielli presenti in zona.

Il vero problema è che, nonostante il provvedimento del Governo che ha modificato i confini del Parco Nazionale del Vesuvio, l’area della discarica risulta comunque protetta da una direttiva della Comunità Europea denominata “Habitat” che tende a preservare gli habitat naturali e seminaturali, e la flora e la fauna selvatica di zone come il Vesuvio definite “a protezione speciale”. Sulla base di questa direttiva, è vietata comunque l’apertura di discariche nel luogo designato dal Commissariato di Governo per l’emergenza rifiuti che ha quindi scavalcato la Comunità europea.

Come se non bastasse, dopo la ex Sari è pronta una nuova autorizzazione per una seconda discarica a Terzigno, molto più grande di quella già operativa. Una mega cloaca, la più grande mai costruita in una zona protetta, in grado di raccogliere più di 3 milioni di metri cubi di rifiuti. Alla quale dichiarano guerra il Presidente dell’ente Parco del Vesuvio Ugo Leone, i sindaci di Boscoreale, Boscotrecase, Trecase e Terzigno e Legambiente che considerano le discariche un abuso di Stato da denunciare alla Corte Europea.
La nuova discarica deve fare i conti anche con le particolari condizioni del terreno vulcanico che non pare adatto ad accogliere il “tal quale” senza trattamento. Il Geologo Giovanni De Luca ha affermato che «facilmente gli scarti raggiungeranno la falda idrica. Il terreno vulcanico, infatti, è inadatto all’attività di smaltimento al punto da sconsigliare qualsiasi allestimento in quell’area». Ciò significa automaticamente inquinamento delle falde acquifere.

È questa la realtà che travolge il gigante buono, quel Vesuvio dormiente che il Governo italiano ha deciso debba essere la panacea dei mali di un territorio umiliato da decenni di malgoverno istituzionale, profitto di malavita e terreno di sfruttamento degli industriali del nord. Il vulcano è designato ad accogliere i rifiuti della regione per il prossimo decennio, e per Palazzo Chigi deve essere sacrificato per mettere fine all’emergenza rifiuti con la modalità della polvere nascosta sotto al tappeto. Un’area conosciuta nel mondo per la sua valenza storica e scientifica, concentrato straordinario di biodiversità, è considerata dai lungimiranti “illuminati” dei tempi moderni una pattumiera.

Bacco amò le colline del Vesuvio più di quelle native di Nis e persino Cristo pianse di meraviglia alla vista del Golfo di Napoli; lacrime versate invano, quel vino frutto di quella passione e amore divini è oggi “lacrime amare”.

11/1/2010

 Da: http://www.napoli.com/viewarticolo.php?articolo=32086

 

 

 

Vesuvio pattumiera della regioneultima modifica: 2010-01-12T10:33:24+01:00da tonyan1
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