I tesori del Parco Vesuvio

vesuvio.PNGdi_Valerio Ascione

“Una montagna rivestita di terra fertile e alla quale sembra che abbiano tagliato orizzontalmente la cima”, così Strabone, che per primo ne intuì la natura vulcanica, descriveva il Vesuvio nel 10 d.C., 69 anni più tardi, con la famosa eruzione narrataci da Plinio il Giovane, il vulcano diede fondatezza alle intuizioni del geografo dell’antica Grecia.

Con il passare dei secoli il Vulcano caratterizzò le vicende storiche di Napoli e del suo golfo, grazie al suo fascino e alle innumerevoli rappresentazioni iconografiche.

Purtroppo a partire dal secondo dopoguerra l’area del Vesuvio diventa terra di conquista per la cementificazione selvaggia, per lo scarico di rifiuti, spesso tossici, e per i piromani.

Come risposta a questi problemi, e dall’intento di ripristinare la selvaticità e il fascino del vulcano il 5 giugno 1995, dopo decenni di battaglie ambientaliste, con Decreto del Presidente della Repubblica viene istituito il Parco Nazionale del Vesuvio. Anche se il Parco non è molto esteso, si sviluppa infatti su una superficie di poco superiore agli 8000 ettari, grazie alla sua origine vulcanica risulta essere dal punto di vista naturalistico straordinariamente ricco e particolare.

La particolarità della composizione del terreno, e la ricchezza mineralogica danno forza e nutrimento a oltre 900 specie vegetali, degne di nota sono l’Ontano Napoletano, la Betulla presente tra gli 800 e i 1000 metri, il Leccio, particolarmente veloce a ricolonizzare i terreni che a partire dagli anni 90 hanno duramente colpito il Parco, infine un cenno particolare è riservato alla ginestra, o fiore del deserto, che ispirò la celebre poesia di Giacomo Leopardi durante il suo soggiorno a Torre del Greco.

Anche da un punto di vista faunistico il Parco risulta essere particolarmente interessante, con un po’ di fortuna è possibile incontrare la faina, la lepre, il topo quercino e la volpe, inoltre durante periodo di nidificazione è possibile ammirare poiane, sparvieri,  gheppi, corvi imperiali, e falchi pellegrini oltre ai più comuni gufi, barbagianni e beccacce.

Nonostante le modeste dimensione il parco offre al visitatore un’ampia varietà di paesaggi e itinerari spaziando dalle suggestive colate laviche ai fitti boschi, dai centri storici dei tredici comuni presenti all’interno del parco fino alle celebri rovine di Pompei ed Ercolano o le magnifiche Ville patrizie sparse qua e là alle pendici del Vesuvio.

Gli itinerari più suggestivi sono l’escursione alla sommità del Vesuvio, che a 1281 metri sul livello del mare offre una vista mozzafiato su tutto il Golfo, oltre a un incredibile colpo d’occhio dall’alto degli scavi di Pompei. Da non perdere anche l’Osservatorio Vesuviano sito a 609 metri d’altezza voluto da Ferdinando II di Borbone, e l’attiguo Atrio dei Cavalli, un anfiteatro naturale delimitato da colate laviche che deve il suo nome ai cavalli e agli asini che, in passato, qui venivano lasciati dai turisti diretti al cratere.

Per gli amanti delle passeggiate nei boschi di lecci e pinete ci sono la Riserva del Tirone, che è stata la prima area ad essere sottoposta a vincolo di tutela, e il Monte Somma, che è la parte più antica del Vulcano che raggiunge la sua altezza massima con la Punta del Nasone a 1131 metri. Salvaguardato da un altro ente, ma comunque all’interno del Parco del Vesuvio e degno di essere visitato, è il Miglio d’Oro, con le sue 120 ville di età borbonica sparse tra San Giorgio a Cremano, Portici, Barra, Ercolano, Torre del Greco e  Torre Annunziata. Oltre ai tradizionali percorsi naturalistici è possibile partecipare alle numerose iniziative socioculturali promosse dall’Ente Parco, come la Festa della Tammorra, giunta ormai alla quarta edizione, o alla promozione dei numerosissimi prodotti tipici del Vesuvio come il pomodorino del Vesuvio o il Lacryma Christi.

Sono molti i motivi per i quali visitare questo meraviglioso Parco, ma forse il più importante è quello di considerare il Parco come un punto di partenza, come un esempio virtuoso di recupero e salvaguardia del territorio dal degrado ambientale che ha caratterizzato la zona vesuviana da quarant’anni a questa parte.


19/11/2009

 

Da: http://www.napoli.com/viewarticolo.php?articolo=31246

I tesori del Parco Vesuvioultima modifica: 2009-11-25T06:02:00+01:00da tonyan1
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