Melito e l’area greganica in prima linea contro i veleni

Melito, 19.10.2009 | di Anna Foti*

Melito e l’area greganica in prima linea contro i veleni

Giovani, associazioni e cittadini chiedono interventi immediati e verità sul traffico di rifiuti tossici

Melito.jpg“E’ giunta l’ora della verità”, recita così uno dei tanti striscioni che mercoledì scorso ha attraversato il centro di Melito Porto Salvo sulle gambe dei giovani intervenuti alla manifestazione indetta dai comuni dell’Area Grecanica cui hanno aderito Confesercenti provinciale, Ugl Giovani, Azione Giovani, Libera, Legambiente, oltre che scuole, associazioni e cittadini. “Si tratta di una problematica collettiva che impone a tutti di manifestare per una Calabria diversa e libera”, ha dichiarato Federico Curatola, uno degli organizzatori. Il corteo, cui ha partecipato anche il sindaco Giuseppe Iaria, ha preceduto la seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Melito, svoltosi in seduta aperta alla villa Comunale, meta del corteo, in contemporanea con le altre sedute dei comuni dell’Area Grecanica. Un civico consesso partecipato e dedicato, su richiesta del consigliere Vincenzo Vinci, alla memoria del capitano Natale De Grazia, morto in circostanze sospette nel dicembre del 1995 mentre indagava sullo spiaggiamento ad Amantea della moto nave Rosso. 

Un fronte comune contro le Navi dei Veleni concretizzatosi attraverso l’approvazione di una mozione condivisa per una Calabria pulita e sicura. Una mozione che chiede chiarezza e, “senza ulteriori indugi o ritardi, l’individuazione delle navi affondate, il loro recupero, lo smaltimento dei carichi inquinanti, la bonifica delle aree interessate”. La rivendicazione di una maggiore attenzione da parte del Governo è stata forte e unanime come l’approvazione della mozione medesima. La verità sulla presenza di fusti radioattivi nella Cunsky ritrovata a largo di Cetraro più di un mese fa, la verità sulla nave presuntamene affondata a largo di Melito e sulle altre navi che giacerebbero sui fondali del mare in corrispondenza delle nostre coste e il cui carico sarebbe tutt’altro che inerte e ancora non smaltito, hanno costituito e costituiscono il cuore di ogni domanda posta questa mattina.

Al cospetto del civico consesso di Melito, gli interlocutori interpellati sono stati la Regione, di cui si è riconosciuto l’impegno finora profuso, e il governo cui invece si chiede un interessamento concreto e un maggiore senso di responsabilità. L’intervento di Domenico Orlando, consigliere delegato all’Ambiente, relazionando sulla complessa problematica, ha delineato una serie di rischi che purtroppo non attengono solo alla radioattività e alla tossicità dei rifiuti presumibilmente contenuti nella Cunsky o in un relitto che ad oggi non ancora stato individuato a largo di Melito. Orlando ha, infatti, evidenziato una serie di criticità inerenti anche le discariche abusive presenti nel territorio di Melito e il rischio di decomposizione cancerogena dell’Eternit.

In particolare tre siti sarebbero a rischio: Tuccio, Cianca e San Giorgio. “Queste aree risultano inserite all’interno del Piano di Gestione Rifiuti della Regione Calabria (Uff. Commissario Del. Emergenza Ambientale – anno 2002) – ha spiegato il consigliere delegato Orlando – che recepisce e rende parte integrante un precedente piano delle bonifiche (anno 1997), a sua volta nato dall’attività di riscontro con gli uffici tecnici dei 409 comuni calabresi a partire dall’anno 1994. L’ultimo aggiornamento del Piano Rifiuti risale al 2007, ma sostanzialmente gli aspetti relativi ai siti inquinati e alle bonifiche sono rimasti immutati”. Ad oggi dunque si è ancora in attesa dei suddetti interventi di bonifica. Interventi che lo stesso Comune di Melito, in assenza di sostegno, si troverà a dover espletare, solo in parte e a fatica, con fondi comunali. 

L’emergenza ambientale è dunque concreta e aggravata ulteriormente dagli interramenti, anch’essi presunti, che potrebbero aver avvelenato anche la terra ferma. Sul fronte della proposte si susseguono gli interventi dei consiglieri Giuseppe Meduri e Antonino Zappia. Domenico Scambia propone un impegno del Comune affinché siano tutelati i settori economici maggiormente pregiudicati dall’incertezza che sta caratterizzando questa emergenza ambientale. Un’incertezza che potrebbe essere superata da un impegno maggiormente solerte e concreto di tutti gli attori coinvolti, Governo compreso. Questa la linea del consigliere Vincenzo Vinci che ha proposto la costituzione di una Commissione speciale di monitoraggio del fenomeno nella sua complessità.

Un impegno del Comune di Melito affinché sia programmata una mappatura dei relitti e dei siti sospetti su cui intervenire e affinché siano accertate le responsabilità è stato chiesto dalla consigliera Damiana Benavoli che ha anche indicato nell’istituzione di un registro tumori e nel monitoraggio degli accertamenti ante operam, in corso presso il sito dell’ex-liquichimica di Saline per la costruzione della centrale a carbone, altri due necessari strumenti per salvaguardare l’ambiente e la salute della comunità. Ha chiuso i lavori il sindaco Giuseppe Iaria che, plaudendo alla numerosa e significativa partecipazione dei giovani all’iniziativa, ha assicurato costanza e tenacia nel perseguire l’obiettivo di ottenere chiarezza e salvaguardare l’ambiente dell’area Grecanica e della Calabria. 

Un messaggio di legalità per le scuole, intervenute in questo momento di vita pubblica in un frangente così delicato e difficile, ha quindi rappresentato la votazione all’unanimità la mozione “No ai veleni”. Il dibattito successivo si è arricchito degli interventi di Rosario Antipasqua della Confesercenti provinciale di Reggio Calabria, Nuccio Barillà di Legambiente, Mimmo Nasone di Libera Calabria e Francesco Pizzi di Azione Giovani che ha richiesto con forza al comune di Melito un impegno immediato sul fronte delle discariche e dell’abbandono dei rifiuti in molte aree del territorio. Insomma, una richiesta corale di giustizia e verità che nelle parole di Nuccio Barillà e Mimmo Nasone non ha tralasciato di evidenziare il coinvolgimento della Ndrangheta in questi affondamenti dolosi e la necessità di accertare fatti e responsabilità. In particolare dal rappresentante di Libera Calabria, Mimmo Nasone, è pervenuta la proposta di attingere al fondo, in cui si riversano i patrimoni in denaro confiscati alle famiglie mafiose, per i complessi e costosi accertamenti necessari nei fondali calabresi.

In una nota l’Ugl Giovani ha voluto, altresì, evidenziare il senso della propria partecipazione, dato il grande valore dell’iniziativa, e ha voluto manifestare apprezzamento per la volonta’ politica locale, auspicando che vi sia l’opportuna vigilanza affinchè “nella commissione di controllo non vi siano gli stessi esponenti coinvolti nell’insabbiamento materiale e politico dei rifiuti tossici”. 

Intanto un’altra nave è stata individuata a largo di Vibo Valentia. Intanto restano in ombra i presunti legami tra lo spiaggiamento della Jolly rosso e i fusti forse interrati al torrente Oliva, nel cosentino. Resta in ombra, dal 1987, il relitto mai trovato della Rigel a largo di Capo Spartivento. Resta in ombra il ritardo con cui la nave incaricata di compiere specialistici accertamenti sul carico della Cunsky ancora non sia arrivata a destinazione. Forse non sia addirittura partita, nonostante le assicurazioni del ministro Prestigiacomo. Restano ancora troppe ombre e troppi dubbi.

da:http://www.liberainformazione.org/news.php?newsid=8983

Melito e l’area greganica in prima linea contro i veleniultima modifica: 2009-10-20T12:54:00+02:00da tonyan1
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