Test di dialetto per i professori

È bufera sulla proposta della Lega

Test di dialetto per i professori

da L’Unione Sarda.it

mercoledì 29 luglio 2009

La proposta è ovviamente discriminatoria verso i cittadini italiani delle regioni meridionali (cos’altro ci si può aspettare dalla Lega Nord?) per diverse ragioni, la prima è che nel sistema scolastico italiano non è previsto l’insegnamento della storia a livello regionale né il dialetto (o lingua) locale, né delle tradizioni locali, non si capisce quindi a cosa servirebbero tali esami senza una modifica del sistema scolastico che introduca l’insegnamento della storia regionale (almeno opzionalmente) nella lingua locale.

aula-media.gifQuando si parla di diplomi “comprati” ovviamente si fa un discorso razzista che è inaccettabile (se ci sono diplomi comprati si indaghi e si arrestino i responsabili, piuttosto che accusare in toto tutti i residenti di una particolare area geografica).

Il Nord pensa di poter ergersi a difensore di legalità e valori etici, valori che infrange continuamente con scandali finanziari che hanno rovinato tanti cittadini (del nord e del Sud), con l’essere sede di corruzione e malcostume (quanti imprenditori del nord hanno mandato illegalmente i loro rifiuti al Sud trattando con la camorra?), e questo per limitarci ai fatti piú recenti. La Lega e il nord non hanno veramente alcun diritto morale di venirci a fare la predica…

In ogni caso, una proposta seria sarebbe quella di rivedere i programmi scolastici a livello se non regionale almeno di macroregione (cosí al Sud si smetterebbe finalmente di insegnare le menzogne e la propaganda risorgimentale), bisognerebbe introdurre le lingue locali (napoletano e siciliano al Sud, al nord facciano loro) solo allora una proposta come quella presentata dalla lega avrebbe senso.

Test di dialetto per i professori. È bufera sulla proposta della Lega

I professori dovranno superare un “test dal quale emerga la loro conoscenza della storia, delle tradizioni e del dialetto della regione in cui intendono insegnare”. Stop dunque alla selezione basata sui titoli di studio.

È caos nella maggioranza sulla proposta della Lega di inserire nella riforma della scuola un test per gli insegnanti “sulla cultura, le tradizioni e il dialetto delle regioni in cui intendono insegnare”. La richiesta del Carroccio, presentata in commissione Cultura della Camera durante la riunione del comitato ristretto, apre un confronto aspro nel centrodestra e scatena le proteste dell’opposizione. Pertanto, il presidente della commissione Valentina Aprea decide di sospendere la seduta e di sconvocare il comitato ristretto. Inutile discutere oltre su questo tema, avverte, dovrà essere la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ad occuparsene.

TOCCHERÀ ALL’AULA ESAMINARE LA PROPOSTA DELLA LEGA. L’esame proseguirà in Aula. “Ma questa decisione della Aprea non ci trova d’accordo – avverte la parlamentare della Lega Paola Goisis autrice della proposta del test ai professori – spero davvero che il testo non venga calendarizzato in Aula prima che ci sia stato un chiarimento nel centrodestra perché non si può scavalcare cosí la volontà del secondo grande partito della maggioranza”. “Noi – prosegue la leghista – avevamo presentato una proposta di legge di riforma della scuola. Ma questa non era condivisa da tutta la maggioranza. Cosí abbiamo chiesto che ne venisse recepita almeno una parte nel testo unificato che ora è all’esame della commissione Cultura. Abbiamo rinunciato a tutto, ma su questo punto insisteremo fino alla fine: ci dovrà essere un albo regionale al quale potranno iscriversi tutti i professori che vogliono. Ma prima dovrà essere fatta una pre-selezione che attesti la tutela e la valorizzazione del territorio da parte dell’insegnante”.

AUT_0457.jpgIL TEST PER I PROF. La Lega cioè vuole che si preveda un test, per i professori, che attesti, secondo le parole di Paola Goisis, “il loro livello di conoscenza della storia, della cultura, delle tradizioni e della lingua della regione in cui vogliono andare ad insegnare”.

FINI. In seguito alla polemica che è scoppiata in Parlamento per la richiesta del Carroccio interviene anche il presidente della Camera Gianfranco Fini assicurando, in Aula, che nel prosieguo dell’iter parlamentare della riforma verranno rispettati “i principi fondamentali della Costituzione”.

CICCHITTO. Il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto butta acqua sul fuoco osservando che in realtà “non esistono ragioni di divisione sui problemi della scuola tra Pdl e Lega perché prioritari per noi – sottolinea – sono i progetti di riforma portati avanti del ministro Gelmini sull’università e sui licei”.

GOISIS. Secondo la Goisis, infatti, non dovrebbero piú essere considerati, ai fini del reclutamento degli insegnanti, i titoli di studio perché “non garantiscono un’omogeneità di fondo e spesso risultano comprati”. Ma su questo punto sono contrari quasi tutti gli esponenti del Pdl in commissione Cultura, a cominciare dalla vicepresidente Paola Frassinetti. “Questa nostra proposta – avverte Paola Goisis – che, ripeto, è l’unico punto che noi chiediamo venga inserito nella riforma, ha l’obiettivo di ottenere una sostanziale uguaglianza tra i professori del Nord e quelli del Sud. Non è possibile, infatti, che la maggior parte dei docenti che insegna al Nord sia meridionale”.

GHIZZONI. Il capogruppo del Pd in commissione Cultura Manuela Ghizzoni critica aspramente la presa di posizione della Lega: “L’istruzione è un tema troppo serio e non può divenire oggetto di pericolose incursioni ideologiche dal sapore tutto nordista”.

Mercoledí 29 luglio 2009 08.22 – L’Unione Sarda

http://www.duesicilie.org/spip.php?article414

Test di dialetto per i professoriultima modifica: 2009-07-29T15:04:07+02:00da tonyan1
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