TOPONOMASTICA

TOPONOMASTICA.PNGPasseggiando per il Centro Antico di Napoli o andando a sperdersi nelle periferie, si fanno delle scoperte straordinarie. Basta applicarsi alle targhe stradali. Tanto che viene voglia di andare a conoscere personalmente i membri della commissione toponomastica per consegnargli un Tapiro d’oro e un diploma per la fantasia. Nella foto, scattata stamattina a puro scopo documentario, si può ammirare l’acuto spirito filologico della commissione che contemporaneamente tiene conto delle esigenze dei postini e dei mittenti novantenni che non sanno ancora che il vicolo (per la precisione una traversa di via San Biagio dei Librai che porta a via Tribunali) ha cambiato il nome per ben tre volte. Una pignoleria da premiare.

Ma dove la commissione (ma c’è una commissione al Comune di Napoli o tutto è affidato a un impiegato dalla cultura enciclopedica, reduce dai quiz di Amadeus?), dove la commissione si è sbizzarrita è nelle periferie, territorio dal punto di vista toponomastico vergine: hic sunt leones. Degrado, monnezza, tossici, condomini condonati, però, vivaddio nomi che fanno tanto cultura. Prendete Pianura: è tutta arte e lirica. C’è via Artemisia Gentileschi dove la spazzatura, quando non la bruciano, ha delle dimensioni caravaggesche. C’è via Pablo Picasso, dove invece la monnezza è cubista e va osservata da diversi punti di vista dai trinariciuti passanti. E poi via Claude Monet: ma ve la immaginate la nonnina che va all’anagrafe e deve dire dove sta di casa? Ma come, non lo sapete sto a via Clàude Monètte? C’è via Gino Severini che s’incrocia con la più naturale via Comunale Collettore Palmentiello. Con i filosofi greci la commissione ha voluto prendersi qualche libertà, così via Talete di Mileto è molto più lunga di via Platone. Ognuno ha le sue preferenze. E poi la filosofia di Talete è più facile da imparare. Platone, che palle lui e i miti. Releghiamolo in un vicoletto. E poi via con la lirica: via Nabucco, via Aida, via Tosca e via Trovatore. Verdi-Puccini 3-1.

Quello che poi non si capisce è che per godersi un po’ di Rossini bisogna scarpinare fino alla lontanissima Secondigliano dove c’è via Barbiere di Siviglia. C’è anche via Scala di Seta, eh. Mica si valorizzano solo le opere per melomani. Qui a Secondigliano c’è il top della toponomastica napoletana. Siamo nel cosiddetto rione dei Fiori, meglio noto come Terzo Mondo, terreno della faida tra scissionisti e clan Di Lauro. E’ un posto che se non ci siete mai stati evitatelo, tranne se non avete una predilezione per la cocaina tagliata male e il piombo sparato bene. Qui la mente dei toponomasti, i masti dei topi, si è lasciata prendere la mano. E’ letteratura pura e anche per lettori di bocca raffinata. C’è via Gerusalemme Liberata, e passi, ma pure via Praga magica. Ora vorrei sapere quanti napoletani conoscono Angelo Maria Ripellino. Quanti? Al Terzo Mondo manco uno, per loro Praga magica può essere tranquillamente il nome di una giostra di Edenlandia. Mica è finita: c’è via Certosa di Parma, via Misteri di Parigi, via Racconti di Pietroburgo (insomma letteratura e geografia vanno a nozze a Secondigliano). Non pago della letteratura europea il signor Toponomastico ha fatto un’incursione nel cinema di De Sica e Bergman con via Miracolo a Milano e via Posto delle Fragole (che è vicina a via Camposanto, amen). Strawberry field forever, con buona pace pure di John  Lennon.

Sempre a Secondigliano si vedono le stelle. A viale Altair e a viale Aldebaran (così si rende omaggio anche ai New Trolls), a viale privato dei Pianeti, viale delle Galassie (pieno di buchi neri), viale delle Zodiaco e viale dell’Acquario. E gli altri 11 segni che fine hanno fatto?

Di notevole a Piscinola c’è solo via Leo Longanesi, mentre a Scampia si sono dati da fare con i fumetti. Ci sono via Hugo Pratt (dove c’è il deposito dei camion dell’Asia, l’azienda della nettezza urbana; e mi è parso di vedere anche un Parco Corto Maltese), l’appropriatissima via Andrea Pazienza (ci vedi passeggiare solo Zanardi, e strafattoni della madonna) e via Attilio Micheluzzi, poco lontano da via Bakù che tanto avrebbe affascinato il caro Attilio, il cui esotismo da gran signore tutti ricordiamo e rimpiangiamo con affetto.

A Ponticelli hanno fatto un’ammescafrancesca. Tra le strade con nomi sconosciuti spiccano una via Eduardo Scarpetta (teatro), via Marilyn Monroe (cinema, tendenza Moretti), via Attilla Sallustro (calcio), via Domenico Rea e via Mario Pomilio (scrittori che meritavano di più; a Giuseppe Marotta, scomparso negli anni Sessanta è andata meglio: un vicoletto nei pressi del Rettifilo, comunque in centro). Ci sono pure via Bronzi di Riace, via dei Mosaici e viale delle Metamorfosi (che sai come lo imbocchi e non sai come ne esci) e via Cleopatra (ma ormai siamo arrivati al cimitero di Barra). C’è persino via Odissea. No comment, se non ricordando che per trovare via Eneide bisogna andare a Soccavo e via Iliade addirittura a San Felice al Circeo. Ma portate pazienza la guerra di Troia non ce la faranno mancare.

postato da: roquentin

da: http://rapportoconfidenziale.splinder.com/archive/2007-06

TOPONOMASTICAultima modifica: 2010-02-27T16:29:37+01:00da tonyan1
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