Lettera Napoletana n. 24 – gennaio 2010
SUD: INTESA SANPAOLO CHIEDE IL SALARIO DIFFERENZIATO
In realtà Intesa-SanPaolo aveva già avanzato ad ottobre 2009 ai sindacati del credito la proposta di salari ridotti al Sud presentandola come un “contratto di sostegno all’occupazione”(cfr. Ansa, 21.10. 09) ed affermando che l’applicazione di tali contratti avrebbe evitato “il rischio di delocalizzazioni in Romania”, dove il gruppo bancario ha già trasferito alcuni dei servizi di “back-office”.
Da segnalare che nei “siti produttivi”che Intesa-SanPaolo si propone di collocare nelle regioni del Sud verranno localizzate – informa il quotidiano di Confindustria – “lavorazioni amministrative, gestione magazzini, sicurezza, banca telefonica, trattamento valori e relativo trasporti” piuttosto che le attività propriamente bancarie. In ogni caso l’accoglimento della proposta da parte dei sindacati Dircredito, Fabi. Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Silcea e Sinfub-Ugl sancirebbe il principio che la stessa prestazione lavorativa può essere retribuita 100 al Nord ed 80 al Sud, come chiedono da tempo gruppi industriali e politici del Nord con il pretesto di un presunto “minor costo della vita”nelle regioni meridionali. In realtà gli stessi indicatori economici ufficiali, smentiscono il presunto “minor costo”della vita in diverse zone del Sud e Napoli ha fatto registrare più volte negli ultimi anni il record nell’aumento dei prezzi. Ma anche ammettendo l’esistenza di prezzi più bassi in alcuni settori merceologici si dimentica il maggior costo della vita sopportato dai cittadini delle regioni del Sud amministrate dai Bassolino, Loiero e Lombardo, con il pagamento delle addizionali su Irpef e benzina, i costi stellari della Tarsu a Napoli, l’inefficienza di una sanità pubblica di fatto inutilizzabile e la scadente qualità dei trasporti. (LN24/10)