La Catalunya avanza verso l’autodeterminazione e la sovranità popolare

La Catalunya avanza verso l’autodeterminazione e la sovranità popolare: grande successo del referendum consultativo sull’indipendenza
583286-Catalonia_map_with_its_comarques-Catalunya.gifOrmai tre mesi fa, la notizia correva su tutti i principali quotidiani del mondo dal Pais, al Le Mond al Financial Times.
Già una sessantina di paesi e città annunciavano ufficialmente di voler seguire, il 13 dicembre 2009, l’esempio della piccola Arenys de Munt, e in tutti i paesi catalani si preparavano e si preparano tuttora ad unirsi a macchia d’olio, comune dopo comune.
Il 13 settembre 2009 è stata una data fondamentale, sebbene simbolica, nel percorso verso l’indipendenza e per l’autodeterminazione del popolo catalano.
13 settembre 2009 data del primo referendum autoconvocato dalla popolazione del piccolo paese di 8000 abitanti di Arenys de Munt per l’indipendenza della Catalunya.

Questo gesto che vuole dare un segnale forte allo stato spagnolo nasce dai problemi che la costituzione spagnola del 1978 pone in materia referendaria: un’eventuale consultazione per l’indipendenza – come recita l’articolo 92 – dovrebbe essere convocata dal governo, su proposta del parlamento e approvata dal re, garante della sua costituzionalità.
Come dimostrato dalle motivazioni del rifiuto della proposta presentata dal presidente della comunità basca Ibarretxe per una consultazione popolare riguardo l’autodeterminazione di Euskal Herria, lo stato spagnolo reputa incostituzionale tale tipo di quesito perché contravverrebbe al principio di unità dello stato, negando di fatto il diritto all’autodeterminazione dei popoli presenti al suo interno.
E qui che si sviluppa l’idea di una serie di consulte popolari (chiaramente non solo non riconosciute come ufficiali ma anche osteggiate da tutta la classe politica spagnola, a partire dal leader Zapatero fino ai rappresentanti di tutti i colori politici) organizzate dalla popolazione per sensibilizzare l’opinione e pubblica e dare una forte testimonianza del sentimento indipendentista della nazione catalana.
Il quesito recita: “Lei è d’accordo che la Catalunya diventi uno stato di diritto indipendente, democratico e sociale, integrato nell’Unione Europea?”
Semplice e chiaro. E il 13 settembre il 41% della popolazione di Arenys de Munt (affluenza, da notare, maggiore di ben sei punti percentuali rispetto alle ultime elezioni europee) si è recata a votare. I voti favorevoli, oltre il 96%, superano anche i “SI” per l’approvazione dello statuto autonomista del 2006. Il tutto in una giornata che con i supporto dei CUP (Candidatura de Unitat Popular) e l’arrivo di decine di militanti e simpatizzanti a sostegno dell’iniziativa, ha visto una esemplare testimonianza di partecipazione popolare che neanche le provocazioni fasciste della Falange (significativo il fatto che tale “contro-manifestazione” sia stata invece vergognosamente autorizzata dalle autorità come denunciato anche da diversi gruppi del parlamento europeo) hanno potuto fermare.
Il successo dell’iniziativa di Arenys de Munt non poteva che essere un importante punto di partenza per il popolo catalano, che si apprestava infatti a seguirla nell’organizzazione delle consulte popolari in tutti i municipi.

catalunya.PNGE a due mesi esatti dall’iniziativa ecco il 13-D: questo è stato il nome dato all’ambizioso progetto che ha coinvolto per il primo appuntamento ben 166 municipi della Catalunya, in attesa dell’organizzazione delle consulte nel resto dei municipi e soprattutto nei grandi centri di Girona e Barcellona.
Lo sforzo del popolo catalano ha prodotto un’importante iniziativa col coinvolgimento dei militanti, dei volontari e di una lunga serie di rappresentanti delle nazioni senza stato a sostegno dell’iniziativa, novità che aiuta a evidenziare quanto queste iniziative possano essere importanti per la lotta per l’indipendenza dei popoli.
E anche questa volta i “SI” sono oltre il 90 %. I dati ufficiali parlano di 94,9 %, con un 3,2% di voti contrari, e 1,9% tra schede bianche e nulle.
I dati sull’affluenza si rivelano molto interessanti.
Hanno infatti partecipato alle consulte circa il 30 % degli aventi diritto al voto, 200.000 persone cifra in ogni caso interessante visto il carattere assolutamente non ufficiale delle votazioni, ma che diventa ancor più significativa quando si analizzano più attentamente i dati. Secondo le statistiche ufficiali infatti, l’affluenza cresce in maniera rilevante quanto minore era il numero cittadini del municipio. Segno che dove l’iniziativa è riuscita a diffondersi veramente e a raggiungere tutta la popolazione si è allargato il raggio di partecipazione e il coinvolgimento di tutti gli strati del popolo ha dato un esemplare rilievo all’iniziativa. Alcuni municipi come Verges o Calders hanno raggiunto una partecipazione del 50 % fino a giungere al 55,2 % di Palau de Santa Eulàlia.
E il sentimento indipendentista avanza. Come nota Marc Sanglas di ERC siamo ben sopra la soglia del 21,6 % di catalani che si dichiarano indipendentisti, risultato di un recente sondaggio del CEO.
Ma il tempo per i commenti è veramente poco. Sono già due le date a cui dobbiamo guardare e per le quali il popolo catalano già lavora. Il 28 febbraio e il 25 aprile 2010, due nuovi importanti passi nel cammino di libertà della Catalunya. Addirittura dal versante parlamentare arrivano inaspettati commenti favorevoli all’iniziativa, che parlano dell’indipendenza come ormai la migliore scelta possibile per il popolo catalano.
Che siano o no opportunisti commenti in vista delle elezioni del 2010 sarà tutto da vedere, ma la lotta per la sovranità sarà difficile da fermare.
Il 13 settembre e soprattutto il 13 dicembre diventano ormai un esempio di autodeterminazione popolare (come la definì il sindaco di Arenys de Munt Carles Mora “una festa della democrazia”) per una lotta che dalle più piccole comunità della nazione nasca dal basso come la più genuina espressione della volontà e della lotta di studenti, lavoratori, e di tutti gli strati del popolo.
Una base per l’attuazione in tutte le nazioni senza stato non solo di una vera indipendenza, ma anche di una nuova, concreta democrazia partecipativa frutto della sovranità popolare che coinvolga i cittadini per una politica vicina alla gente che si distacchi dall’attuale politica portata avanti in funzione degli interessi economici degli stati colonialisti. Per una effettiva liberazione nazionale e sociale non solo della Catalunya, ma anche di tutti i popoli che, come quello sardo, lottano per liberarsi.
E in tutto ciò l’esempio catalano sarà essenziale per dimostrare una volta per tutte come la volontà del popolo possa superare gli ostacoli che vorrebbero frapporre tra noi e la realizzazione del nostro percorso di autodeterminazione.

Unidadi de sa Giuventudi Indipendentista Sarda
– Osservatòriu Internatzionali

Unidade de sa Giuventude Indipendentista Sarda
– Osservatòriu Internatzionale

da:  http://www.facebook.com/topic.php?topic=11471&post=50094&uid=73191871840#post50094

 

La Catalunya avanza verso l’autodeterminazione e la sovranità popolareultima modifica: 2009-12-27T22:51:00+01:00da tonyan1
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