Considerazioni politiche ed economiche presiedono alla scelta del percorso
Il Giro d’italia (o meglio dell’italietta del nord)
Il Sud – ancora una volta – penalizzato
domenica 14 dicembre 2008, di Brigante Lucano
Nella memoria collettiva ci si ricorda delle sfide tra Coppi e Bartali oppure, guardando ai giorni nostri, le imprese del “pirata” quando scalava le montagne e lasciava tutti dietro.
Ma il Giro d’italia non è solo sport, è anche (e soprattutto) politica ed economia ed ora vediamo il perché.
Politica: le tappe vengono decise in base ai vari governi di turno, infatti quando c’è un governo di sinistra si tende a far passare la carovana in quei comuni con un’amministrazione di sinistra, quando c’è la destra avviene che passi per comuni di “destra”.
In questo caso il governo è di destra e “nordico”.
Economia: dove passa il giro si rifanno le strade, si riempiono gli alberghi, i ristoranti e i bar; la carovana del giro porta con sé migliaia di persone, giornalisti, équipes delle squadre, medici, giudici e bellissime miss che offriranno i loro baci ai corridori.
Quindi un comune che ha la fortuna di essere indicato come “tappa” è baciato dalla fortuna!
Ora esaminiamo il Giro del Centenario nelle sue tappe:
Nord:
1° Lido di Venezia; 2° Trieste; 3° San Martino di Castrozza (BL); 4° Valdobbiadene (TV); 5° Alpe di Siusi (BZ); 6° Austria; 7° Chiavenna (SO); 8° Bergamo; 9° Milano; 10° Pinerolo (TO); 11° Arenzano (GE); 12° Riomaggiore (SP); 13° Firenze; 14° Bologna; 15° Faenza (RA);
Centro:
16° Monte Petrano (PU); 17° Chieti; 20° Anagni (FR); 21° Roma
SUD:
18° Benevento; 19° Vesuvio-Napoli
Se avete letto bene circa l’80% del giro si svolge nel nord soprattutto nel Veneto (dove la Lega è piú forte), questo perché il governo è prettamente “nordista”.
Ancora una volta e persino nello sport il Meridione è relegato ai margini.
P.S.